domenica 26 ottobre 2014

E adesso?

Non sono potuto andare a Roma alla manifestazione della CGIL di ieri, ma con lo spirito ero lì, in mezzo a quelle tante persone, giovani e anziane, uomini e donne, dipendenti a tempo indeterminato e precari, in mezzo a quelle tante bandiere di tanti colori. E' stata sicuramente una bella giornata, una festa di chi non si arrende, un successo, 1,2 milioni secondo la questura, magari 1,5. Tutto bello. Però ora non bisogna fermarsi. C'è bisogno di un sindacato che non solo difenda i diritti, ma passi all'attacco, proponga l'estensione delle tutele e dei diritti, una legge sulla rappresentanza, azioni concrete contro la precarietà e le false partite Iva, una politica industriale che punti sull'innovazione, sulla riconversione ecologica dell'economia, sulle ristrutturazioni edilizie e la messa in sicurezza del territorio. E poi c'è bisogno di una vera rappresentanza politica per quel popolo, c'è bisogno di una politica che rappresenti davvero quelle istanze, che non solo si opponga con tutte le sue forze al Jobs Act, allo SbloccaItalia e a tutte le leggi di destra presentate dal governo, ma proponga alternative, presenti proposte per il lavoro, i diritti, una seria politica industriale che parta dal Green New Deal. La Cgil e soprattutto lo Spi devono rendersi conto che il Pd non li rappresenta più, ormai è un'altra cosa, ma allo stesso tempo questa rappresentanza politica è da ricostruire. Ovviamente Sel non basta, ma in questo momento è l'unico partito rappresentato in Parlamento che è sceso in piazza ieri, è un nucleo da cui dovrebbe partire qualcosa di più grande. Non sarà facile, ma ci dobbiamo provare.

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